martedì 22 maggio 2012

SEI FORTE PAPA'. Oggi la multinazionale per la quale lavora ha dato a tuo padre l'incarico di Country Manager. Il numero uno in Italia. Solo nove mesi dopo la sua assunzione. Questi americani. Una  bella carica di autostima per un uomo che da anni non si risparmia per tuo fratello, tua madre e per te. Vediamo che regalo ti porta. Perché alla fine è poi questo che a noi interessa, non è vero? Noi non ci incontriamo da una decina di giorni ma ieri ci siamo visti in Face Time. Tua madre mi ha chiamato mentre sguazzavi felice nella vasca da bagno. Totalmente a tuo agio, come solo io ricordo di esserlo sempre stato in acqua. Sei cresciuto tanto in pochi giorni. La tua gioia mi ha strappato uno dei pochi sorrisi veri in questi giorni  tristi per la salute della bisnonna Silvia. Quella che continuava a dire che "sei proprio bella" e che ora, dopo solo tre mesi, non riconosce più nemmeno noi. Ha avuto il tempo di conoscerti e questa è una consolazione grande.

domenica 13 maggio 2012

TUA BISNONNA ERA COMUNISTA, TUO BISNONNO SICURAMENTE NO, e questo ha formato il carattere del nonno con cui presto avrai a che fare. Ci ho ripensato molto nei giorni scorsi, in occasione di un "tuffo nelle radici" per un premio che mi è stato consegnato dal Rotary della mia città. Un piccolo busto in bronzo di Alberto Terzo Pio, Signore di Carpi. Io, ex giovane radicale e di sinistra, tra il notabilato locale che un tempo snobbavo e mi snobbava. Che cosa ci facevo? E perché non mi sentivo a disagio?  Ho rivisto la mia adolescenza. Cresciuto in una famiglia dove entrava quotidianamente la stampa comunista, Unità, Vie Nuove, Noi Donne e dove un padre che viaggiava e leggeva "dimenticava", in bella vista, i primi libri sui gulag di Solgenitsin e le inchieste verità di Montanelli. La Lea non li leggeva ("tùti cajunedi") ma li lasciava lì. Così li sfogliavo e li leggevo io. Perchè mi torna in mente oggi? Perchè nella sera rotariana mi sono ritrovato tra quegli  anziani imprenditori dell'abbigliamento che ancora conoscono e frequentano Renato Crotti, il "magliaio" carpigiano che fece scandalo negli anni sessanta quando offriva ai suoi operai viaggi premio in Unione Sovietica per mostrargli come si viveva sotto il comunismo. Un personaggio controverso, sbeffeggiato dal pensiero dominante dell'epoca ("un èter cajomber") ma per il quale mio padre nutriva rispetto. E valutando il tutto cinquant'anni dopo posso sicuramente affermare che tuo bisnonno era un passo avanti. Oltre che una mente libera. Certo della mamma ho trattenuto il romanticismo degli ideali, la convinzione che si possa e si debba  rispettare, nel progresso, la dignità di chi non ha i mezzi, delle classi meno fortunate, a cominciare dagli immigrati. Valori che oggi solo la sinistra porta avanti. Sinistra della quale rifiuto però, e questo è sangue di Gino Po, bigottismo e manicheismo. Piccolo mio, per te comunismo e fascismo saranno fortunatamente concetti relegati ai libri della storia del Ventesimo Secolo. Anche berlusconiani e anti berlusconiani, quando sarai grande, saranno ricordi del passato, come i guelfi e i ghibellini. Difficile prevedere oggi con che cosa avremo a che fare fra quindici anni. Certo voglio immaginare Valentino Polegri Rosella un giovane dalla mente libera, capace di elaborare, in ogni momento e in ogni luogo, ciò che lui, e solo lui, ritiene sia il meglio.

domenica 6 maggio 2012




COMINCIA IL GIOCO DELLE SOMIGLIANZE. Io, proprio io che ancora penso che i neonati sono come i cinesi, tutti uguali, l'altro giorno ti osservavo cercando "i richiami". Eri da poco tornato dal tuo primo giorno in piscina e dormivi profondamente, beato e spompato, con la bocca semiaperta. Mi sembravi tuo padre quando ha il raffreddore. Poi ti sei svegliato di buonumore, ci siamo messi a fare le boccacce e mi ricordavi tua madre quando giocavamo a strapparci il ciucio con la faccia ogni volta sorpresa.
"Vedi che adesso l'hai capito anche tu come facevano gli altri a essere così nonni..." mi dice Anna Maria Ori dopo avermi comunicato quanto le abbia cambiato la vita Laura, la sua nipotina di quasi sette anni che "parla e ragiona come un grande". Qualche merito dobbiamo pur averlo noi nonni degli anni duemila, quelli che a sessanta e settant'anni hanno ancora la forza fisica e le capacità intellettuali di stimolarvi. Ai nostri tempi non era certo così e per questo, a parità di età, eravamo molto più gnoccoloni. Certo, oggi ci sono anche internet e la TV. Io avevo solo Nonna Abelarda e il Mago Zurlì e di nonni ne ho conosciuto solo due. Uno,  Ettore, morì quando avevo cinque anni e credo che si e no sapesse il mio nome. L'altro, Alfonso Valentini, campato fino a 94 anni, era un monumento. Seduto nella sua poltrona, che a me sembrava un trono, il patriarca mi squadrava. "Popà, l'é Rugéro, al fiol ed la Lea". "Sei diventato grande - rispondeva in italiano - e a scuola come andiamo?" e qui finiva il rapporto.