domenica 17 febbraio 2013

TOMBOLA! Con il primo regalo di compleanno i nonni hanno fatto centro. Un piccolo triciclo a forma di aereo con le eliche che girano, azionate dalla cloche. Una, centrale, con le lucette tipo luna park, e due laterali. E una serie di musichette. Un'americanata alla quale dovrò fare l'abitudine io prima di te. Che tu poi sei tranquillissimo. Sei entrato, l'hai visto, e hai cominciato a camminarci come non avessi  fatto altro in vita tua. Camminarci. Ebbene si. Da questa settimana la tua posizione è sempre più eretta anche se solo una volta  sei stato visto muovere un paio di passi senza sostegno. 

Se no sempre appoggiato ai tricicli come quell'altro, rosa, che ti regalò tua nonna qualche mese fa. Si rosa. Perchè la Gabri non l'aveva controllato al negozio e non si era nemmeno accorta che sulla scatola c'era una bambina. Sai le risate. "Ne porterà le conseguenze per il resto della vita" sghignazzava tuo padre pensando a quando lo avrebbe visto Ilaria, la tata, giovane ma all'antica, di quelle che i maschi devono giocare coi giochi da maschi e le femmine pettinare le bambole. E tua madre "vorrà dire che lo alleverò come Lady Oscar a rovescio". Questo aereo è giallo e azzurro, così non sbagliamo. Mi è piaciuto subito quando l'ho visto al negozio e non ho avuto dubbi. L'aereo è simbolo di libertà. I primi sogni di bambino che ricordo con maggior piacere sono quelli in cui volavo. Improvvisamente mi alzavo e nuotavo libero nell'aria, come in un quadro di Chagall. Bellissimo. Ancora oggi mi capita, sempre in sogno, di prendere un ascensore che poi esce dall'ultimo piano del palazzo e va sempre più in alto. Non è la stessa cosa. Sono in una scatola, ma è sempre piacevole. E' la scatola dei miei affetti che mi tengono legato a terra. Siete tutti voi.

sabato 16 febbraio 2013

AUGURI TATO! Buon compleanno. Un anno fa c'era stata da poco la neve, Roma era ancora sottosopra e per te era giunto il momento di uscire a vedere che cosa c'era. E ci trovasti un ospedale da terzo mondo. Gente preparata, affidabile ma una struttura al collasso. Tua madre non entrò in una stanza per tutti i tre giorni di degenza. Letto nel corridoio. Erano gli stessi giorni in cui, nello stesso ospedale, un blitz al pronto soccorso trovava pazienti semi incoscienti, legati alle barelle anche più giorni. "Ma il mio nonno giornalista non poteva farmi nascere in una bella clinica convenzionata?" devi aver pensato. Tuo nonno non si è mai intromesso nelle scelte dei tuoi genitori come spera fortemente di non essere mai tentato di farlo nelle tue. Tuo nonno,inoltre, quella figlia che detesta i privilegi l'ha sempre amata anche per questo. Tuo nonno quando da bambino andava in un qualche posto e suo padre gli diceva "Digli che sei il figlio di Gino Po" non lo faceva mai. Magari quando sarà un po' arterio si riempirà la bocca declamando "Sono il nonno di Valentino". Nel caso sparagli. E' meglio. Domani il regalo.

domenica 3 febbraio 2013

Vedi di non perdere tempo e di imparare presto a giocare a Ruzzle o rischi di rimanere fuori dal giro. La scena di oggi vale la pena raccontarla. Tu con tua nonna e Peggy a fare nghè-nghè e tuo padre, tua madre e tuo nonno [che poi sono io ma un po' mi vergogno e prendo le distanze] che giocano a Ruzzle fra di loro, ognuno col suo cellulare, senza curarsi di voi. "Tu come ti chiami?" "Io Raggiro". "Ora ti invito". "Non mi prende Cina". "E certo. Niente nomi geografici". "Evvai!" Troppo avanti. O troppo fusi. Quando sarai in grado di leggere queste righe certamente nessuno ricorderà più che cos'è stato questo gioco, questa meteora filiazione passeggera dell'intramontabile Scarabeo. O più facilmente appena conoscerai il significato e la grafia delle parole tu, nativo digitale, sarai in grado di battere questo povero vecchio che però con la tecnologia si difende. Che cosa ti regalo fra dieci giorni per il tuo primo compleanno? Pallone? E' presto. Peluche? Me lo tiri dietro. Forno di Barbie? Quasi quasi... qui se non sai vincere a Master Chef non sei più nessuno.