mercoledì 12 novembre 2014

MILLE!!! Valentino ha mille giorni. Wow! Vorrei farti una superfesta. Rispetto ai compleanni sarebbe una celebrazione unica. Diciamo che te la faccio col pensiero, tu al nido come ogni giorno, io qui a lavorare e a mettere insieme la scaletta per il  programma di questa sera. Chissà cosa racconterai, da grande, di questo nonno che ha fatto tanta radio. Se nel tuo ricordo, da adulto, sarà solo l'immagine sbiadita di una voce nota tra le tante o se ti chiederò di accomapagnarmi da qualche parte, in qualche salotto mediatico, a rievocare i tempi gloriosi. E tu con la tua morosa dirai "Mo che borsa mio nonno..." Che poi a Roma si dice in un altro slang ma il concetto basta uno sguardo e vi siete capiti. Mille giorni. Il regalo questa volta lo hai fatto tu a me. Quando mamma l'altra mattina ti ha lasciato all'asilo e ti ha anticipato che al pomeriggio sarebbe venuta nonna a riprenderti tu l'hai guardata e hai detto: "No. Nonno". Diotestradora.

lunedì 27 ottobre 2014

NO NINNA: C'E' IL SOLE. Ogni scusa è buona, delinquente. Ma questa mi commuove. Saltare il riposino per giocare con l'iPad no, per vedere un'altra Peppa o un altro Pingus no, ma non volere dormire perchè fuori c'è il sole mi pare un ottimo motivo. Il nostro sole sei tu. A nonna infondi un'energia che la trasforma in Wonder Woman. L'ho vista fare cose che noi umani nemmeno immaginiamo. Come sollevarti dal parco giochi con tutto il triciclo, con un solo braccio, la borsa a tracolla sull'altra spalla e con te urlante avviarsi al parcheggio. L'ho vista cadere e rialzarsi al volo, con un ginocchio dolorante, per non spaventarti. Giocare seduta a terra fino allo sfinimento. Io non ce la faccio. Troppa ciccia e troppi scricchiolii. Io mi dedico ad altro. guarda questo video.

mercoledì 27 agosto 2014





Autoscatto totale.
Non so come e quando l'hai fatta.
L'ho trovata depositata nel cellulare
"NONNO, FACCIAMO FOTO?" Che sei un attore nato l'avevo già capito e già te lo avevo scritto. La funzione specchio della videocamera ti è nota da tempo. Ora, però, non appena mi vedi armeggiare con il telefono arrivi di corsa proponendomi di fotografarci o fotografarti. E la cosa sorprendente, rispetto alla patatalessaggine di tua madre e di tua nonna quando finiscono sotto l'obiettivo, è che tu sfoderi dei sorrisi sfolgoranti a comando. Finti, per carità, ma perfetti. Basta dirti "Sorridi"  tu ripeti "Un sorriso!!!" e tac eccolo là. Poi, foto fatta, lo smonti e pensi ad altro. Perfettamente assimilata anche la maschera della tristezza, quella che dovrebbe commuovere i presenti quando è ora di andare a letto, o di mangiare, o di chiudere la Peppa. Capito che gli strepiti e le urla funzionano fino a un certo punto opti per la posizione in piedi, frontale, testa bassa col ciuffo sugli occhi, bocca a mezza luna che guarda in giù come l'icona della mestizia, braccia abbandonate lungo il corpo. Raul Bova a te te spiccia casa.

domenica 24 agosto 2014



"COME TI CHIAMI?" "Agnese!" e giù a sghignazzare. Hai due anni e mezzo ma già afferri l'ironia e ti piace giocarci. Sai benissimo di chiamarti Valentino e nelle presentazioni ufficiali, che a volte tu stesso solleciti, dici "..lntino!" Ma se poi, in un momento diverso, tra gente che conosci, che ti conosce, ti si chiede come ti chiami, con l'occhio furbo tu rispondi "Agnese", sghignazzi e controlli l'effetto che fa. E poi abbiamo un gioco tutto nostro. Tu mi guardi, lanci un acuto, un gridolino, e io rispondo con un basso, una specie abbaio. Se io te ne rilancio due mi rispondi con due acuti, tre con tre, quattro con quattro... Dai mo' che impariamo a contare, oltre che a modulare la voce.
BLU. Così è il tuo mondo in questo momento, in questa piovosa estate che di blu ha avuto ben poco. Blu le macchinine rosse e anche quelle gialle. Blu le macchinine blu, naturalmente. Blu qualsiasi cosa della quale ti si chieda il colore. Che poi, a dire la verità, il nostro sospetto è che per te "blu" significhi "bello". Ma che cosa vuoi, abbiamo imparato a parlare da due mesi e siamo ancora alle prime armi. Anche se l'impressione è che con con le prime parole si sia solo levato il tappo sopra un magma di pensieri che ribollivano da tempo. I pensieri che esprimi, con le tutto sommato poche parole che ancora riesci a articolare, sono complessi, frutto di riflessioni anche complicate. E poi è adorabile la pazienza che ci metti a ripetere e ripetere le parole, diciamo i suoni, che il nonno non capisce. Sei un bambino educato. O forse solo cosciente di avere un nonno sulla via dl rincoglionimento. Preferisco pensare "educato". Del resto sei cortese con chi ti dà retta e dici "Grazie". Agli ambulanti che si avvicinano all'ombrellone con la loro mercanzia rispondi "No, Grazie". Anche quando uno di loro, un po' più furbacchiotto, ti infila otto il naso dei libri per bambini. Del resto tu, sulla spiaggia, sei tutto per le macchinine. "Nonno facciamo gara?". "Arrivo, Vale. Prepara le macchine. Tu quale scegli?. "Blu!".

mercoledì 6 agosto 2014

MAK^NA, o qualcosa del genere è la tua parola preferita che, nel linguaggio valentinesco, significa "automobile", "macchina", pronunciato con un passaggio nasale tutto tuo all'altezza del "cch". Ma chi se ne importa come si pronuncia, basta che la pista sia piena di macchinine. Che tu conosci e distingui tutte: la Panda e la Mercedes, l'Ambulanza e lo Scuola Bus. Per Valentino non c'è niente altro. In spiaggia sul lettino vuoto, che diventa una pista da corsa solo per te, con tutti i grandi appollaiati su quell'altro. A casa sull'iPad, con le applicazioni delle varie gare. Ieri ti osservavo un po' stordito dalla tua abilità quando tu devi avere pensato che questo nonno è un po' vecchio. Allora gli hai preso gentilmente la mano destra (benchè tu sedessi alla sinistra, quindi dimostrando di sapere qual è quella che lavora) e la hai trascinata sul tablet. "Guada!" e lo facevi picchiettare con l'indice sulle iconcine. "No, guada!" e gli portavi l'indice sul bottone centrale per uscire e poi rientrare.  'Sti anziani che pensano che per giocare alla macchinine basti fare brum brum con le labbra...

martedì 3 giugno 2014




Averlo immaginato, bimbo mio, l'officina del bisnonno Gino l'avrei tenuta funzionante per consegnarla a te. Un'officina piena di automobili da riparare, il tuo sogno, non c'è dubbio. Qualche gene deve essere arrivato fino a te che, a due anni e un po', riconosci già tutte le macchine, cosa che a me ancora non riesce a sessantadue e un po'. Non solo "macchina" è una delle poche parole che dici chiaro e volentieri, ma anche "benzina" quando vedi un distributore. Passeggi per la strada, riconosci la Fiesta nera della nonna parcheggiata e cominci a tirare dicendo "giro, giro". Sali e vuoi andare davanti, sederti al volante e fare finta di guidare. Per strada incroci una Ford come la mia, che per il poco che ci vediamo hai visto pochissime volte, e dici "macchina nonno". Il nonno che, per la disperazione di suo padre, le macchine le ha sempre snobbate. Il nonno che nei suoi 44 anni di guida ha avuto solo utilitarie o poco più, giusto per la necessità di spostarsi. Mai curate, lavate quando non se ne può più fare a meno, cambiate a fine vita. Il nonno che da ragazzino doveva trascorrere metà delle vacanze in officina a imparare un mestiere che sapeva non avrebbe mai fatto. E non fece mai. Averlo solo immaginato.

domenica 18 maggio 2014



CIAO NONNO!!! Finalmente facciamo progressi e qui ci sono le prove. Valentino parla. Parlicchia, diciamo. Senza fretta, per carità. Ma a due anni e tre mesi "Ciao nonno" lo dice chiaramente. Che dolcezza. Un paio di settimane fa ci siamo fatti un viaggetto in Liguria, tu, mamma, nonna e io e non c'era niente di più dolce, per me che in macchina sedevo davanti a te, dire e ripetere "Ciao Valentino!" e sentirti ogni volta ripetere "Ciao nonno!". Che poi, dentro di te, avrai pensato: "Ma perchè mi saluta sempre? Ricambiamo, và, magari funziona così". E' stato un bel week end, sai, anche se ne porto ancora le conseguenze. Mi hai attaccato una bronchite-laringite che mi ha steso per dieci giorni, cinque completamente senza voce, cosa che per uno che parla alla radio, per un'ora consecutivamente, è un bel problema. Però ti perdono perchè ti sei comportato veramente bene, da bambino grande, senza tanti capricci. salvo  quando una cosa non la vuoi veramente fare che ti metti a gridare come un forsennato "Aiuto!!! Aiuto!!!".Prima o poi scambieranno tua madre per una ruba-bambini che ti sta portando via e ci arresteranno tutti.

domenica 30 marzo 2014

IL  DESTINO NEL NOME. Ormai è evidente: sarai un attore, come Rodolfo Valentino. Ti basta vedere un obiettivo e sei naturalmente in posa. Guarda qui. Questi quattro scatti li abbiamo fatti tra ieri e oggi. A volte fingi indifferenza, ma sai di essere sotto l'occhio dell'obiettivo e ti piace. Tutto tuo nonno. Niente di tua madre e tua nonna che, in queste situazioni, si congelano in espressioni  improponibili da sogliola alla mugnaia. E' stato un week end bellissimo, amore mio, e non solo perché mi fai sentire un grande fotografo. In venti giorni, dall'ultima volta che ci siamo visti, ti sei trasformato. Parli parli parli e ancora parli, e ascolti. Dici meno "no" e cominci a concentrarti sui giochi che fai. C'è meno bisogno di rincorrerti, di un adulto a tua completa disposizione. Mi piace osservarti da lontano, spiarti, immaginare il procedere logico dei tuoi ragionamenti, lasciarti l'impressione di essere solo, padrone dei tuoi momenti. Anche perché dev'essere uno stress non da poco avere sempre un grande che ti stimola, che mentre fai una cosa te ne propone subito un'altra. Attento che cadi, no così ti fai male, aspetta che ti aiuto, eccheppalle!!! Oggi, dopo che ti ho guardato giocare per una decina di minuti in giardino con le automobiline, e lasciando che scoprissi da solo come farle correre tra le piastrelle scoscese, mi hai preso la mano e mi hai detto "Gnogno, téno". Il gnogno, che è vecchio ma non del tutto, ha capito subito che volevi andare alla "stazione". Siamo saliti, ti ho lasciato fare le scale da solo, senza che nessuno te lo mostrasse ti sei aggrappato al corrimano, ed è cominciata la scalata. Lo stesso a scendere. Sei un campione. E io il tuo primo fan.

sabato 29 marzo 2014

BARBATRUCCHI. Valentino arriva per un weekend e la casa dei nonni si trasforma. I vasi di piante e fiori, tutti, salgono come per magia sopra i mobili. Abracadabra via tutte le medicine dalla tavola. Speriamo che 'sti due poveri anziani si ricordino di prenderle quando è ora. Simsalabim via anche l'orrendo cd dei Pooh dal lettore in cucina. Per uno strano scherzo del destino non è mai stato buttato e Valentino riesce a trovarlo ogni volta e a farlo suonare. Fuori le scatole dei giochi. Il tappeto pista di F1 si srotola da solo e prende forma la ferrovia Ikea con i suoi trenini dai vagoni calamitati. "Siamo qui!!!" La voce di mamma fuori dal cancello. Vale trascina, ormai da solo, il trolley ancora troppo più grande di lui. 30 ore ma dentro c'è il mondo intero. Che la festa abbia inizio.

domenica 9 marzo 2014

BIMBO BELLO, averti con noi nel giorno del mio compleanno è stato il regalo più gradito. Tu e nonna che mi svegliate con "Tanti auguri a te", nonna che mi tira le orecchie e tu che piangi, ti giri e non lo vuoi fare. Vale, ma non fa male! Mica me le dovevi tirare 62 volte!!! Poi il nonno è un uomo duro, coriaceo, ci vuole ben altro. Mica come voi pollastrelli d'allevamento... Dai, scherzo. Però è un dato di fatto che siete una generazione di individui cresciuti con una cura, un controllo, un'attenzione a risparmiarvi qualsiasi tipo di dolore, fisico e dell'anima, che noi non abbiamo mai sperimentato. Nonna con te è rinata, riesce a tirare fuori, da non so dove, un mare di energia che non ricordo in lei nemmeno a venticinque anni. Con te nonna è instancabile, si sede a terra, si rialza, si risiede e ti rincorre gattoni. Uno spettacolo. Certo non ci riesco io. Mamma, come del resto io alla sua età, veniva spesso lasciata a giocare da sola, a inventarsi passatempi. Io, bambino degli anni 50, prima che arrivasse la TV, con qualche cerchio da infilare e qualche cubo da incastrare. Lei davanti al televisore in bianco e nero a fare le spaccate e le capriole come Heather Parisi in disco-disco-dove-io-sono-veramente-io... Tu, invece, nemmeno la Peppa Pig guardi da solo. Hai sempre un adulto che vigila, ti stimola e risponde ai tuoi desideri. Un grande che se piangi vola da te, che se esci ti tiene per mano, che se dormi ti guarda dormire. Meglio che non ci lascino da soli io e te . Rischieremmo di finire come con mio padre quando, durante le passeggiate in montagna, mi teneva fermo per i piedi mente io mi allungavo, testa in giù, a prendere qualche stella alpina, o quando su quelle altalene da spiaggia fatte di due lunghissime funi e una tavola mi spingeva, spingeva, fino quasi a farmi fare il giro e poi io mi lanciavo in un lunghissimo salto sulla sabbia. Oggi non solo quel tipo di altalene lì sono vietate ma se ci vedono raccogliere una stella alpina finiamo tutti e due in gaglioffa. Ci limiteremo a sognarlo. Io, come ogni nonno brontolone, ti racconterò queste e altre storie di un altro millennio, come quando in campagna dai nonni, con mia cugina Luisa, ci lanciavamo dal primo piano sul fienile di sotto,  e tu, guardandomi con la compiacenza che si riserva a un anziano, perché sei, e resterai, un bambino educato, mi chiederai di raccontartene altre.

martedì 11 febbraio 2014

MIO. E' questa la parola più in voga di Valentino delle ultime ore. L'aggettivo possessivo che va per la maggiore, dal momento che "tuo" sembra proprio che tu non lo conosca. Improvvisamente mi ricordo di tua madre alla tua età. Erano gli anni del femminismo trionfante. Una sera a cena noi tre. Nonna e io cominciamo a scherzare con mamma. "Vuoi più bene alla mamma o al papà?" La domanda più odiosa che si possa fare a un bambino. "Dillo, Agnese. Di chi sei? Della mamma o del papà?". Lei ci guardò con aria severa, conosceva tre parole, ma la risposta fu "Mia!"


lunedì 27 gennaio 2014



PAROLA ALLA DIFESA. Tua madre mi ha precisato che "boh" è la risposta prevista per il coccodrillo dalla canzone, dopo il gatto-miao, la mucca-muu, la rana-cra-cra. Tutto a posto. Ti sei scelto un buon avvocato. Inchiesta archiviata. Paura, eh, che il nonno chiuda la cucina e si rimetta il portafogli in tasca...

domenica 26 gennaio 2014


BOH? Boooh?!? Brutto schifosone? Ma come ti permetti di rispondermi "boh" alla decima volta che ti chiedo come fa il coccodrillo. Le prime nove mi rispondi bene - aaaauwww - e alla decima mi dici "boh" per dirmi "ah nonno!!! Mo' basta!" . Dici tre parole in croce ma ti fai capire bene. Guardi in faccia, fai dei lunghi discorsi, poi, quando capisci che non capisco mi prendi per mano e mi porti dove devi portarmi per poi spiegarti a gesti. Il regalo più bello è stato sapere che quando mamma ha preparato te e il trolley per venire qui sei stato contentissimo. Contento di rivedere tua nonna, che comunque trascorre con te due pomeriggi ogni settimana, ma un po', lo spero, anche questo nonnone che quando dice "lo guardo io" ti lascia fare anche le cose da "Noooo... Vale... ti fai male..." Il nonno che  ti lascia salire le scale da solo, senza darti alcun appoggio. Il nonno che ti lascia salire sulle sedie senza strillare "cadiiii" perchè guardare le cose dall'alto è bello. E porta anche bene. Lo sai? C'era una giostra che a me, da ragazzo, piaceva particolarmente. Si chiamava Telecombattimento Aereo. Non so se c'è ancora. Erano specie di dischi volanti che, con un braccio meccanico, salivano in cielo azionando una leva. Quando eri lassù cominciavi a sparare a tutti gli altri che via via, colpiti, tornavano giù. Vinceva chi restava su da solo. Vinceva un altro giro di giostra. E io vincevo spesso.Ma la soddisfazione non era tanto quella del giro gratis. Era l'avere abbattuto tutti gli altri. Gaurdarli quando tu eri ancora in alto. Ed è un piacere, quello di conquistare sempre nuove vette, che vorrei potessi goderti anche tu fino in fondo. Da bambino mi capitava frequentemente di sognare di volare. Chissà se capita anche a te.


Ora basta parlare di me. Goditi nonna Gabri e giocate un po' insieme.

domenica 19 gennaio 2014



CHE UOMO SARAI?. Premesso che ce la metterò tutta per vivere abbastanza a lungo e vederlo con i miei occhi, verificarlo con i miei sensi, questo è il mio chiodo fisso. Incontrarti ogni due settimane mi dà il privilegio di osservare meglio i tuoi progressi, come in quei film con pochi fotogrammi nei quali la narrazione procede a scatti. Quindici giorni, gli ultimi, che ti hanno fatto diventare un gigante, a riprova che le tue ultime febbri erano di crescita. Pronunci appropriatamente le poche parole che ti va di pronunciare. Ti diverti a pronunciarle come per verificare l'impatto della tua voce e della tua comunicazione. Presti maggiore concentrazione agli stimoli che ricevi: la lettura di una storia, il gioco con un bambino più grande, nel caso dell'altra sera Milla. Chissà se fra una decina di anni, quando rileggerai queste parole, Milla sarà ancora una presenza della tua vita o se, come per la maggioranza degli incontri di noi tutti, sarà stato un incontro passeggero. Che uomo sarai, dicevo. Come parlerai. Con quale vocabolario. E l'accento? Quando andremo al mare, in Emilia, gli altri bambini ti chiederanno "Perché parli così?". Ti vanterai di questa tua diversità o te ne vergognerai? Che uomo sarai? Ottimista... fatalista... intraprendente... Non lagnone, Vale! Non autocommiserante. Questo no, ti prego. Il mondo che ti abbiamo preparato, noi della mia generazione soprattutto, non è dei migliori. E l'Italia peggio. Abbiamo sperperato senza un progetto la ricchezza che i nostri genitori erano riusciti a mettere da parte. Abbiamo creato un benessere che non siamo più in grado di sostenere e al quale non vogliamo rinunciare. Diritti acquisiti ai quali ci aggrappiamo disperatamente ma che ci stanno inesorabilmente sfuggendo dalle mani. E non abbiamo ancora toccato il fondo. Sarete voi a ricominciare ed è per questo che, diritti a parte, avrete le nuove conoscenze, quelle sì, che abbiamo comunque conquistato e che resteranno a vostra disposizione per un nuovo decollo. Dovrai guardare avanti, inventarti un nuovo lavoro che magari oggi ancora non esiste. Intuire che cosa servirà alla società, all'umanità e essere pronto a offrirglielo. Dovrai studiare, ancor prima informarti, restare connesso. I tuoi nonni sono a disposizione.