martedì 3 giugno 2014




Averlo immaginato, bimbo mio, l'officina del bisnonno Gino l'avrei tenuta funzionante per consegnarla a te. Un'officina piena di automobili da riparare, il tuo sogno, non c'è dubbio. Qualche gene deve essere arrivato fino a te che, a due anni e un po', riconosci già tutte le macchine, cosa che a me ancora non riesce a sessantadue e un po'. Non solo "macchina" è una delle poche parole che dici chiaro e volentieri, ma anche "benzina" quando vedi un distributore. Passeggi per la strada, riconosci la Fiesta nera della nonna parcheggiata e cominci a tirare dicendo "giro, giro". Sali e vuoi andare davanti, sederti al volante e fare finta di guidare. Per strada incroci una Ford come la mia, che per il poco che ci vediamo hai visto pochissime volte, e dici "macchina nonno". Il nonno che, per la disperazione di suo padre, le macchine le ha sempre snobbate. Il nonno che nei suoi 44 anni di guida ha avuto solo utilitarie o poco più, giusto per la necessità di spostarsi. Mai curate, lavate quando non se ne può più fare a meno, cambiate a fine vita. Il nonno che da ragazzino doveva trascorrere metà delle vacanze in officina a imparare un mestiere che sapeva non avrebbe mai fatto. E non fece mai. Averlo solo immaginato.