lunedì 30 novembre 2015

"SEMBRA CHE L'IPAD MI VOGLIA". Nella fantasie di tua madre, alla tua età, c'erano regine, aquile e comunità extraterrestri dalle quali lei proveniva e da dove, a un certo punto, aveva scelto di scendere sulla terra beneficiando proprio noi; tu sei un maschio, notoriamente più concreto, nel bene e nel male, e il tuo interlocutore è tutt'altro che invisibile. Che cosa poi ti volesse a fare l'iPad, stamattina subito dopo colazione, non è chiaro ma almeno è rassicurante che il congiuntivo l'hai coniugato perfettamente. Hai un buon orecchio. Come il nonno che anche se passa per essere uno che la lingua la parla con correttezza  la sintassi e la fonetica li ha appresi soprattutto ascoltando gli altri.  Ipad e congiuntivi a parte questa per Valentino è l'imperdibile stagione del puzza-cacca-puzza. Per la disperazione di tua madre. "Vale! Hai nuotato stamattina?" "Sì, con le puzzette!". "Vale, la pasta la mangi?" "No, mangio le puzzette" e basta un quarto di sorriso per dare la stura a una salva di cacche, sederini e compagnia cantando. Bada, veh!!!

martedì 24 novembre 2015

 "Uhhhh.... ma c'è un altro regalo che mi aspetta!!!" Sei adorabile, bimbo mio, quando arrivi a casa dei nonni e senza dare nell'occhio butti lo sguardo sotto quel mobiletto dove crediamo di potere nascondere i pacchettini da consegnarti più tardi, magari a fine pranzo con un po' di cerimonie e sbaciucchiamenti. E poco importa se, dopo avere strappato la carta, scopri che anziché la macchinina c'è il berrettino. Te lo infili in testa con una certa disinvoltura e ci inondi di grazie grazie grazie. E che delusione l'altro ieri quando entrando hai subito visto che il mobiletto era vuoto. Non hai detto nulla, nulla hai chiesto,  ti sei buttato sul divano a faccia in giù, sorvegliandoci con un mezzo occhio aperto, magari sperando nel colpo di scena ma con una compostezza e una dignità che nemmeno tutti gli adulti conoscono. Proud of my little one.

domenica 1 novembre 2015

"Nonno! Se ti colpiscio devi morire!". Hai ragione, il nonno è un po' rigido e fatica a buttarsi a terra ogni volta che tu lo abbattii. Che buffe battaglie. "Nonno, andiamo fuori a giocare alla sparachiodi?" Prendi i due bastoni da passeggio che furono dei bisnonni, me ne offri uno,  mi insegni a imbracciarlo come un fucile e "Spscch" parte il primo colpo. Ma come ti è venuta  la sparachiodi? Preferisco le macchinine. Noi che ti regaliamo dei peluches da portare a letto?

lunedì 12 ottobre 2015

PICCOLI SCUDI. Inorridisco, oggi, alla ricostruzione dell'agguato di mafia di un anno e mezzo fa in Calabria quando un commando uccise un criminale locale nonostante a bordo dell'auto ci fosse Cocò, il suo nipotino di tre anni, e li bruciò entrambi. Ancora una volta noi giornalisti ci interrogammo sulla mafia che "non ha più valori", la mafia che "ma come? è nel codice di qualsiasi organizzazione che le creature non si toccano". A parte il fatto che se mai lo sia stato, questo non è più vero da tempo, oggi scopriamo che il vecchio è proprio su questo che faceva affidamento. Ogni volta che usciva portava a spasso Cocò come assicurazione sulla vita, incurante del diritto di suo nipote a vivere. Vale! Questa è l'Italia. Tienilo a mente quando ti dovesse venire voglia, fra qualche anno, di inveire contro i nuovi barbari che ci invadono da Sud. Anche questo è Sud, ma è il nostro Mezzogiorno. Qui si parla solo di italiani, le vittime e i carnefici. Impara da subito a osservare, elaborare, capire. Ma qui sei già un passo avanti. Ieri nonna Gabri e io avevamo creduto di nascondere un involucro contenente un piccolo regalo per te, avvolto in una banale carta regalo. Ti sono bastati dieci minuti per scandagliare la casa con lo sguardo, individuarlo e chiedere angelicamente "Nonna, c'è un pacchetto lì. E' per Valentino?" Ti chiameremo Sherlock

domenica 13 settembre 2015

IPNOTIZZATO. O almeno così sembra dalla foto perchè in realtà dei Minions, nella tua prima volta al cinema, te ne frega molto poco, hai paura del buio e non vedi l'ora che finisca. Vorrà dire che per la prossima volta ci organizziamo e passiamo dall'altra parte dello schermo. Sei un attore nato e su questo diario lo riferisco da sempre. Come quando al luna park ti fingevi disperato per non avere acchiappato la codina dell'orsetto e strappavi un altro gettone alla fatina della giostra. E poi, te lo devo dire, c'è una cosa in te che per me è tuttora inarrivabile: la pronuncia di tré con l'accento giusto, chiuso, ciò cui noi nati su al Nord non arriveremo mai continuando per tutta la vita a dire, come il vecchio Mike, "che busta vuole? La uno, la due o la trèèè???". Ti aspetto al varco del "Perché".

lunedì 24 agosto 2015

Valentino e nonno Ruggero nel cuore del Delta del Po. E' il luogo, la spiaggia, la battigia dove ti chiederò di tornare a passeggiare con me ogni anno, fino a quando tu sarai più alto di me e mi terrai una mano sulla spalla raccontando, tu a me, quel mondo che io non riuscirò più a capire. Intanto godiamoci queste estati al mare, in quei luoghi dove il ramo dei Po della tua famiglia torna da sempre, da quando i tuoi bisnonni, Gino e la Lea, comprarono un appartamentino per le vacanze al mare, Il mare più vicino a Carpi, dove noi abitavamo. Mica una perla del Mediterraneo, eh... però un piccolo paradiso con un suo perchè. E ho visto abbastanza Mediterraneo da poterlo dire. Vale, il nostro mare d'estate, comunque, non è mica solo la noia di queste foto di ogni anno, di spalle, scattate nelle classiche giornate senza sole in cui si prende la macchina e si vanno a esplorare i dintorni. Qui, per la cronaca, stavamo smaltendo una bella mangiata di pasta, io con le cozze, tu in bianco, all'olio, come sempre che quando ci sediamo e arriva il cameriere tu dici subito "per me pasta in bianco". E ne mangi fino a pronunciare l'attesissima frase di rito: "Sono pazio". Sì, proprio con la "p". Te pozzino... Pensa che la pasta in bianco l'hai chiesta anche al cameriere dell'Old Wild West, quello degli hamburger, del pollo fritto e delle patatine. Quello delle birre di quando sarai più grande. Che poi alla fine ti sei ammazzato di "goccioline", che sono le "noccioline". E c'è di bello che dici sempre grazie. Anche quando ti presto il telefonino per giocare a Build a Truck, un gioco che ho scaricato sullo smartfone solo per te e che mi mette in crisi quando, dopo la tua partita, me lo passi e dici "tocca a te, nonno". Un'estate bella, divertente, corta ma intensa quella che abbiamo fatto tutti insieme tu, i tuoi genitori, i nonni Gabri e Ruggi, e tuo fratello Damiano che ti vuole un bene di quelli di cui credi che un quattordicenne non abbia più voglia di essere capace.
La spiaggia, i bagni,  quei torridi giorni di inizio agosto in cui l'acqua era calda da cuocerci i pesci, e alla sera i tornei di "codina", quella da strappare all'orsacchiotto sulla giostrina. Talmente preso dalla competizione che, a differenza degli altri anni non c'erano sale giochi e castelli gonfiabili che tenessero. Talmente simpatico che la signora Giovanna, la fatina bionda che ha passato una vita a girare in tondo tra cavallucci e dischi volanti, non aveva occhi che per te. Per te che la volta che non l'acchiappavi facevi certe sceneggiate disperandoti con la testa tra le mani che nemmeno Eduardo. Per te che la codina riuscivi a strapparla anche quando non ti sarebbe toccato e costringevi Giovanna a riattaccarla, dopo averti dato il meritato gettone omaggio, per potere fare felice anche qualche altro bambino. Non necessariamente più piccolo. Fino a quando l'amabilissimo signor Da Ronche, giostraio ai Lidi dagli anni sessanta, ti urlava al microfono: "Campione! Mi manderai in rovina!". Codine e gettoni, le uniche cose di cui non sei mai pazio. Al prossimo anno, Vale. Ci aspettano i signori Da Ronche, tutti gli amici del Gallanti Beach, compresa la Erica che è la tua preferita e che ricopri di grazie e, in prima fila, Christian, il tuo amico del cuore, quelle cui la mano sulla spalla la passi già e col quale, guardando l'orizzonte, avrai fatto molti più progetti che con nonno Ruggi.


domenica 2 agosto 2015

AH... ANNAMO BENE! Se cominci a esibire fieramente un tatuaggio per finta a tre anni figuriamoci quando potrai scegliere autonomamente di farti quelli veri. Vale! A te non interesserà, ed è giusto che sia così, ma sappi che tuo nonno non apprezza i tatuaggi. Nessuno. Come nessuna scelta definitiva, irrevocabile, incancellabile. Cicatrici volontarie a differenza di quelle che la vita ti lascia come ricordo e ammonimento di azioni mai piacevoli. E vabbè... mo' che ti ho fatto il pistolottino ti confesso che incancellabile, dentro di me, rimarrà la tua faccia sorpresa quando giovedì scorso mi hai visto fuori da scuola assieme a tua nonna. Camminavi insieme a noi, per mano, in mezzo, e guardavi prima lei, poi me, poi lei poi ancora me con un'espressione felice e complice. Fra pochi giorni vi raggiungeremo al mare. Per una settimana resterai solo con noi, senza i tuoi genitori. "Sarà per voi come levarsi la sete col prosciutto" ha detto tua madre.

lunedì 15 giugno 2015

BAU. "Lo sai che sei bellissimo Vale?" "Si". "Te lo dicono tutti?". "Si". "Te lo dice anche Lula?". "mhh... no, Lula non dice... un poco abbaia!" Nonno scemo che fai le domande sceme, ma che ti credi che solo perchè parlo ancora poco sono io quello tonto? Ieri ci siamo visti, finalmente, in un bel parco giochi. Tu come sempre col tuo zaino-trolley pieno di macchinine che arrivi, apri, le fai uscire come dalla borsa di Mary Poppins e decidi il gioco. "Facciamo gara?" "Parcheggiamo"? E via, tutte a pettine. O tutte in fila. Sei uno specialista al punto che quando sulla strada vedi una auto vera talvolta ti scappa un "ha parcheggiato male". Fra un mese mare. Tutti i giorni insieme. Ciao stella!

mercoledì 15 aprile 2015


MIRACOLO. Come faccia questa torre pendente di pietre a stare in piedi è un mistero, Vale. Ma l'importante è non rinunciare a provarci. Non ascoltare chi ti dice che è impossibile. Poi magari cade e allora anche tu saprai, e ti ricorderai, che non tutto è realizzabile. Non so dove e non so quando questa foto ti è stata fatta ma l'ho amata da subito. Non tanto per quello che è ma per ciò che evoca in me. L'immaginane di un piccolo uomo che abbandona la realtà virtuale, che dimentica il tablet, e che si sporca le mani con la concretezza della vita. Che delle pietre sente il peso, l'odore, la consistenza. Che per costruire qualche cosa si scontra con le leggi della fisica anzichè col capriccio di un programmatore software. E poi sei di una bellezza che toglie il fiato.

sabato 28 marzo 2015



LA PROSSIMA VOLTA TI PORTO UN DRONE. Qualche sera fa sono venuto a cena con un piccolo Nemo di peluche. Lo hai guardato con interesse, lo hai pigiato per un po' per vedere se "parlava" e quando hai capito che era solo un pupazzetto lo hai buttato al cane e hai ripreso a giocare con le macchine, i camion e la betoniera. Brutto schifoso! A Lula?!? Con tutto che Nemo ti piace ed è una delle ragioni per venire dai nonni. L'altra domenica a fine pranzo mi hai preso per mano, proprio me, e sei voluto salire per rivederne un po' insieme. Nemo è un po' come il pesciolino rosso nell'acquario della tua cameretta. E ormai, con tutta la piscina che ti fai sei anche tu un piccolo pesce. Saper nuotare è fondamentale nella vita, bimbo mio Galleggiare, padroneggiare la tavola da surf sulle grandi onde,  risalire controcorrente quando occorre. Le avversità vanno affrontate con leggerezza e competenza. Senza paura. Per non farsi travolgere. Il nuoto è l'unico sport che abbia mai praticato e al quale ancora oggi mi dedico, nella vita vera e nella metafora.

lunedì 9 marzo 2015

RISCOPRIRE IL MONDO INSIEME A TE. Rinascere sessant'anni dopo attraverso gli occhi di un nativo digitale. Quasi come farsi ibernare e scongelare nel futuro. Mi spiego. A metà del secolo scorso, quando ero io a avere la tua età, il tablet non c'era. Ma nemmeno la televisione. Le cose nuove arrivavano poco alla volta. Con tutto che io, rispetto alla maggior parte dei miei coetanei, avevo due genitori benestanti e sufficientemente dinamici per farmi viaggiare. Pensa che avevo da poco compiuto un anno quando, con una motocicletta e un sidecar, decisero di andare tutti e tre a fare un po' di campeggio in Francia. Quello che ancora oggi è un viaggio lungo e faticoso nonostante le autostrade, il Carpi-Cannes, noi lo facemmo in moto sulle statali del '53, attraversando le montagne. Il bisnonno Gino in sella, la Lea nella carrozzina laterale con me in grembo. Niente mini seggiolini nè cinture e se pioveva una cerata addosso e via andare. Per dirti, rientrando dalla divagazione, che ciò che io conobbi direttamente e attraverso tutti i miei sensi, il caldo, il freddo, il rumore della moto, tu prima lo vedi nella finzione, attraverso uno schermo inodore e insapore, e solo successivamente, nella realtà. Una premessona per raccontarti ciò che abbiamo fatto ieri. Dopo un sabato sera trascorso in divano, tu sulle mie ginocchia a giocare a Built a Truck sull'iPad, quel gioco dove prima ti costruisci un fuoristrada, poi lo vernici, scegli il motore, lo lavi e poi ci fai i diversi percorsi, mi è venuta un "ideona". Visto che la tua parte preferita è l'autolavaggio guardo nonna e faccio: andiamo a lavare la tua macchina, vedrà un impianto vero e sarà come stare nel paese dei balocchi. Vero niente. Il rumore dei macchinari reali,  sostituito alla musichetta del cartone animato, la nebbiolina fine dell'idrogetto, il soffione dell'asciugatura non ti sono piaciuti per nulla. . A un certo punto ho temuto che dovessimo scappare. Ma sei un bimbo coraggioso, hai resistito, ti sei visto tutto lo spettacolo seduto su una panchina a distanza di sicurezza e stretto nel doppio rassicurante abbraccio di nonna e nonno. Però quando abbiamo detto "andiamo", anziché urlare e scalciare come d'abitudine in qualsiasi sala giochi, o "sala scioki" come dici tu, con il dovuto contegno, ma con grande soddisfazione, hai detto subito "SI!".

lunedì 16 febbraio 2015

E TRE! Valentino ha tre anni. Valentino è un bambino pronto per la materna e per il primo gradino della sua personale ascesa sociale. Una scala  nella quale si alterneranno gradini più faticosi di altri. Sempre più stretti mano a mano salirai con sempre meno spazio per chi oggi ti tiene la mano. Roba da vertigini quando sei in alto in alto. Roba da sapere tenere l'equilbirio. E il trucco te lo insegna il nonno. Il trucco è saperti costruire dei legami duraturi. Una donna al tuo fianco da sapere conquistare e conservare. Con la quale essere generoso e affidabile. Come con i tuoi figli che vorrei tanto fare in tempo a conoscere. Buon compleanno campione. Si parte per una nuova sfida.

martedì 27 gennaio 2015

"Mamma, guarda la luna". "Valentino, non c'è la luna". "E' spenta!". Ecco, sei entrato nella fase delle frasi memorabili, la fase più bella, quelle dei pensieri che poi tutti dimenticano e che noi, con questo diario, eviteremo di lasciare svanire. Diario che riparte da qui dopo la pausa del millesimo giorno. Pausa che mi è servita a raccogliere in un libro, che ho fatto stampare in meno di dieci esemplari, i nostri primi tre anni di vita insieme. Le pagine del blog e le foto più belle. Valentino e la luna. Valentino che pensa più di quanto parli e che quando parla ti dimostra quanto ha pensato. "Mamma, mi sei mancata". Fetente! L'altro giorno di stare dai nonni proprio non ti andava e tanto hai fatto che i tuoi sono tornati a prenderti. E quando sono entrati giù con la scena madre. Al collo in lacrime "Mamma, mi sei mancata". E una volta a casa lo sberleffo. Video su whatsapp con dei gioiosi "Ciao nonno!!! Ciano nonna!!!"