sabato 28 marzo 2015



LA PROSSIMA VOLTA TI PORTO UN DRONE. Qualche sera fa sono venuto a cena con un piccolo Nemo di peluche. Lo hai guardato con interesse, lo hai pigiato per un po' per vedere se "parlava" e quando hai capito che era solo un pupazzetto lo hai buttato al cane e hai ripreso a giocare con le macchine, i camion e la betoniera. Brutto schifoso! A Lula?!? Con tutto che Nemo ti piace ed è una delle ragioni per venire dai nonni. L'altra domenica a fine pranzo mi hai preso per mano, proprio me, e sei voluto salire per rivederne un po' insieme. Nemo è un po' come il pesciolino rosso nell'acquario della tua cameretta. E ormai, con tutta la piscina che ti fai sei anche tu un piccolo pesce. Saper nuotare è fondamentale nella vita, bimbo mio Galleggiare, padroneggiare la tavola da surf sulle grandi onde,  risalire controcorrente quando occorre. Le avversità vanno affrontate con leggerezza e competenza. Senza paura. Per non farsi travolgere. Il nuoto è l'unico sport che abbia mai praticato e al quale ancora oggi mi dedico, nella vita vera e nella metafora.

lunedì 9 marzo 2015

RISCOPRIRE IL MONDO INSIEME A TE. Rinascere sessant'anni dopo attraverso gli occhi di un nativo digitale. Quasi come farsi ibernare e scongelare nel futuro. Mi spiego. A metà del secolo scorso, quando ero io a avere la tua età, il tablet non c'era. Ma nemmeno la televisione. Le cose nuove arrivavano poco alla volta. Con tutto che io, rispetto alla maggior parte dei miei coetanei, avevo due genitori benestanti e sufficientemente dinamici per farmi viaggiare. Pensa che avevo da poco compiuto un anno quando, con una motocicletta e un sidecar, decisero di andare tutti e tre a fare un po' di campeggio in Francia. Quello che ancora oggi è un viaggio lungo e faticoso nonostante le autostrade, il Carpi-Cannes, noi lo facemmo in moto sulle statali del '53, attraversando le montagne. Il bisnonno Gino in sella, la Lea nella carrozzina laterale con me in grembo. Niente mini seggiolini nè cinture e se pioveva una cerata addosso e via andare. Per dirti, rientrando dalla divagazione, che ciò che io conobbi direttamente e attraverso tutti i miei sensi, il caldo, il freddo, il rumore della moto, tu prima lo vedi nella finzione, attraverso uno schermo inodore e insapore, e solo successivamente, nella realtà. Una premessona per raccontarti ciò che abbiamo fatto ieri. Dopo un sabato sera trascorso in divano, tu sulle mie ginocchia a giocare a Built a Truck sull'iPad, quel gioco dove prima ti costruisci un fuoristrada, poi lo vernici, scegli il motore, lo lavi e poi ci fai i diversi percorsi, mi è venuta un "ideona". Visto che la tua parte preferita è l'autolavaggio guardo nonna e faccio: andiamo a lavare la tua macchina, vedrà un impianto vero e sarà come stare nel paese dei balocchi. Vero niente. Il rumore dei macchinari reali,  sostituito alla musichetta del cartone animato, la nebbiolina fine dell'idrogetto, il soffione dell'asciugatura non ti sono piaciuti per nulla. . A un certo punto ho temuto che dovessimo scappare. Ma sei un bimbo coraggioso, hai resistito, ti sei visto tutto lo spettacolo seduto su una panchina a distanza di sicurezza e stretto nel doppio rassicurante abbraccio di nonna e nonno. Però quando abbiamo detto "andiamo", anziché urlare e scalciare come d'abitudine in qualsiasi sala giochi, o "sala scioki" come dici tu, con il dovuto contegno, ma con grande soddisfazione, hai detto subito "SI!".