lunedì 24 agosto 2015

Valentino e nonno Ruggero nel cuore del Delta del Po. E' il luogo, la spiaggia, la battigia dove ti chiederò di tornare a passeggiare con me ogni anno, fino a quando tu sarai più alto di me e mi terrai una mano sulla spalla raccontando, tu a me, quel mondo che io non riuscirò più a capire. Intanto godiamoci queste estati al mare, in quei luoghi dove il ramo dei Po della tua famiglia torna da sempre, da quando i tuoi bisnonni, Gino e la Lea, comprarono un appartamentino per le vacanze al mare, Il mare più vicino a Carpi, dove noi abitavamo. Mica una perla del Mediterraneo, eh... però un piccolo paradiso con un suo perchè. E ho visto abbastanza Mediterraneo da poterlo dire. Vale, il nostro mare d'estate, comunque, non è mica solo la noia di queste foto di ogni anno, di spalle, scattate nelle classiche giornate senza sole in cui si prende la macchina e si vanno a esplorare i dintorni. Qui, per la cronaca, stavamo smaltendo una bella mangiata di pasta, io con le cozze, tu in bianco, all'olio, come sempre che quando ci sediamo e arriva il cameriere tu dici subito "per me pasta in bianco". E ne mangi fino a pronunciare l'attesissima frase di rito: "Sono pazio". Sì, proprio con la "p". Te pozzino... Pensa che la pasta in bianco l'hai chiesta anche al cameriere dell'Old Wild West, quello degli hamburger, del pollo fritto e delle patatine. Quello delle birre di quando sarai più grande. Che poi alla fine ti sei ammazzato di "goccioline", che sono le "noccioline". E c'è di bello che dici sempre grazie. Anche quando ti presto il telefonino per giocare a Build a Truck, un gioco che ho scaricato sullo smartfone solo per te e che mi mette in crisi quando, dopo la tua partita, me lo passi e dici "tocca a te, nonno". Un'estate bella, divertente, corta ma intensa quella che abbiamo fatto tutti insieme tu, i tuoi genitori, i nonni Gabri e Ruggi, e tuo fratello Damiano che ti vuole un bene di quelli di cui credi che un quattordicenne non abbia più voglia di essere capace.
La spiaggia, i bagni,  quei torridi giorni di inizio agosto in cui l'acqua era calda da cuocerci i pesci, e alla sera i tornei di "codina", quella da strappare all'orsacchiotto sulla giostrina. Talmente preso dalla competizione che, a differenza degli altri anni non c'erano sale giochi e castelli gonfiabili che tenessero. Talmente simpatico che la signora Giovanna, la fatina bionda che ha passato una vita a girare in tondo tra cavallucci e dischi volanti, non aveva occhi che per te. Per te che la volta che non l'acchiappavi facevi certe sceneggiate disperandoti con la testa tra le mani che nemmeno Eduardo. Per te che la codina riuscivi a strapparla anche quando non ti sarebbe toccato e costringevi Giovanna a riattaccarla, dopo averti dato il meritato gettone omaggio, per potere fare felice anche qualche altro bambino. Non necessariamente più piccolo. Fino a quando l'amabilissimo signor Da Ronche, giostraio ai Lidi dagli anni sessanta, ti urlava al microfono: "Campione! Mi manderai in rovina!". Codine e gettoni, le uniche cose di cui non sei mai pazio. Al prossimo anno, Vale. Ci aspettano i signori Da Ronche, tutti gli amici del Gallanti Beach, compresa la Erica che è la tua preferita e che ricopri di grazie e, in prima fila, Christian, il tuo amico del cuore, quelle cui la mano sulla spalla la passi già e col quale, guardando l'orizzonte, avrai fatto molti più progetti che con nonno Ruggi.


domenica 2 agosto 2015

AH... ANNAMO BENE! Se cominci a esibire fieramente un tatuaggio per finta a tre anni figuriamoci quando potrai scegliere autonomamente di farti quelli veri. Vale! A te non interesserà, ed è giusto che sia così, ma sappi che tuo nonno non apprezza i tatuaggi. Nessuno. Come nessuna scelta definitiva, irrevocabile, incancellabile. Cicatrici volontarie a differenza di quelle che la vita ti lascia come ricordo e ammonimento di azioni mai piacevoli. E vabbè... mo' che ti ho fatto il pistolottino ti confesso che incancellabile, dentro di me, rimarrà la tua faccia sorpresa quando giovedì scorso mi hai visto fuori da scuola assieme a tua nonna. Camminavi insieme a noi, per mano, in mezzo, e guardavi prima lei, poi me, poi lei poi ancora me con un'espressione felice e complice. Fra pochi giorni vi raggiungeremo al mare. Per una settimana resterai solo con noi, senza i tuoi genitori. "Sarà per voi come levarsi la sete col prosciutto" ha detto tua madre.