mercoledì 28 dicembre 2016

"Nonno, senza il camino Babbo Natale come entra?" hai cominciato a chiedere a tempo opportuno nel caso, si sa mai, avessimo in mente di ristrutturare casa. "Magari lasciamo aperta la porta del forno, che dici?". "Meglio la finestra, nonno!". "Vale, però qui una mail a Babbo Natale gliela dobbiamo mandare, così gli dici che il 27 ti svegli a casa dei nonni e magari se gli è rimasto qualcosa ritorna". "Si. Con l'iPad tuo?". "Ok. Vale. Vieni che cominciamo a scrivere. Che indirizzo metto? Tu lo conosci?". "Nonno, te lo dico in un orecchio -  e con quell'occhio furbetto, come da foto - mettece quello che te pare!". Fine del discorso. Lasciandomi il sospetto-certezza che sei un gran paraculo. Fortuna che li hai apprezzati i bastoncini calamitati Supermag. Tuo padre oggi mi dice che ci stai ancora giocando. Ma qui il nonno sapeva di andare sul sicuro: la magia delle calamite che si attraggono e si respingono alla tua età non lasciano indifferente proprio nessuno. Quest'anno del resto, è stato il Natale dei regali azzeccati. Anche se è sempre rischioso regalarti qualsiasi cosa che non abbia le ruote, con la pianola tua zia Simo ha fatto centro e, tornando a casa tua, è la prima cosa che ti sei messo a tracolla. E poi ha del talento. Io, quando avevo più o meno la tua età, ricevetti una fisarmonica più grande di me e non la degnai mai di uno sguardo tanto che mio padre decise di restituirla. Tu invece strimpelli con un buon orecchio e mi sa che assieme a tua madre al basso farete qualcosa di memorabile. Mi candido per venire a presentare quel Sanremo.

giovedì 17 novembre 2016

Credevo io ...

Quando intitolai questo blog "Un vecchio e un bambino" tu stavi nascendo, io avevo "solo" sessant'anni e nella frase, oltre al riferimento alla canzone di un caro amico di gioventù scomparso troppo presto, c'era molta autoironia. Certo non mi sentivo vecchio e  non mi sento vecchio nemmeno ora che ne ho quasi sessantacinque. Al contrario, dopo il quarto di secolo passato in Rai sto progettando una nuova vita professionale, meno impegnativa dal punto di vista individuale che mi lasci, ora che sei grande, più tempo anche per te. Interagire con un Valentino piccolo per me non è stato sempre facile. Più complicato, certamente, rispetto a quanto lo fosse con tua madre. Le gambe, aggravate dal peso del corpo, non consentono più tanta agilità nel piegarmi, sedermi a terra, sollevare un bambino. Gli stessi strumenti di comunicazione, nonostante io sia un "vecchio" particolarmente tecnologico, non sono più tanto raggiungibili. Credevo, io, di poterti leggere le favole come trentacinque anni fa con tua madre. Mi illudevo di poterti comunque seguire nelle tue scorribande in rete, almeno di poterci confrontare su ciò che guardi attraverso il tuo iPad. Il massimo consentito è "Valentino, che cosa stai guardando?" per sentirmi rispondere "Ok! Ora cambio."

mercoledì 24 agosto 2016

Torniamocene. Anche quest'anno i nostri dieci giorni insieme h24 sono conclusi. Per la quinta volta nello stesso mare. Per la quarta volta con la stessa foto, aggiornata di anno in anno. La foto che spero potremo continuare a fare fino a quando tu sarai quel biondone che noi due sappiamo e io sarò un anziano signore rattrappito. Perchè prima o poi tuo nonno tornerà magro come ai bei tempi.
A proposito dl biondone vi ho visti all'opera tu e il tuo inseparabile Cristian con quelle ragazze tanto più grandi di voi sedute in gruppo su una panchina senza schienale. Cristian che salta su, alle spalle della più carina, e comincia a massaggiarle il collo e quando lei, sorpresa, gli dice "che begli occhi che hai" lui fa "Mi chiamo Cristian, questo è il mio amico Valentino" e ti invita a unirti a lui. Tu lo guardi titubante, cerchi nel mio sguardo una via di fuga e quando mi intrometto con un "forse è ora di andare" vieni via sollevato. Ci sarà tempo. Ogni cosa al momento giusto.
Intanto è stato grandioso ritrovarci dopo un anno di frequentazioni troppo scarse tra i miei ultimi impegni di lavoro e le tue attività scolastiche e ricreative. Ti sei trasformato in un bambino dolcissimo, riflessivo, capace di gesti di grande generosità e di battute fulminanti. Come quando in macchina, alla decima ripetizione del navigatore sulla svolta imminente, mentre noi pensavamo che tu dormissi te ne sei uscito con un "Come, signorina? Non ho capito". E poi, in quel romanaccio che ogni volta mi sorprende, "e mannamola a casa!!!". Sul romanaccio ci sarà presto tutto un capitolo a parte e mi adopererò per essere ricordato come "avevo un nonno alla RAI che parlava alla radio e che me rompeva erkà da mattina a sera con le pronunce perfette".
Ti saluto. Ricordiamoci di dire a mamma di farti tagliare i capelli se no questi continuano con "che bel nome, Valentina...". L'altra sera, al centesimo che ci ha provato l'hai steso: "Mi chiamo Valentino, sono un maschietto, ho quattro anni e ho già fatto la festa".

domenica 10 luglio 2016

"Se la vuoi Lula te la presto, Peggy non è così simpatica... ". E vai! Valentino sputa il rospo e dopo due anni confessa, a modo suo, quel "faccia a faccia" con il cane dei nonni, quella canona bianca, apparentemente gentile, che non lo ha mai sopportato. Quella pelosa gelosa che dopo quella sera  in cui, mentre erano soli, lo affrontò con un ringhio, un abbaio e forse qualcosa di più, non lo ha mai più incontrato. E non lo incontrerà ancora per qualche tempo. "Ma sbaglio o tu e Peggy avete litigato?". "Beh... un pochino... io le avevo toccato la faccia..." "E lei?"  "Le ho dato un calcio al culo...". "Valentino!!! Ma sei sicuro che quella parola si può dire?". "... ? ... tu sì ... io no...  no, no no... io no ..."

domenica 17 aprile 2016


 "MA LO SAI CHE SEI PROPRIO BELLA?" E' ovvio che la panettiera quando ha sentito 'sto biondone farle un apprezzamento simile lo ha sommerso di pizzette. Hai solo quattro anni mai stai già surclassando il nonno che in quanto a questo, per come sa portare a casa qualsiasi ospite per la trasmissione, è stato nominato Magnifico Rettore dell'Università della Bagascia. Però non esagerare. I complimenti, anche se un poco "pompati", devono sempre avere un fondo di verità, altrimenti non sono credibili. La ragazza carina lo era veramente e hai fatto benissimo. La vita è già tanto scomoda di suo che se abbiamo la possibilità di renderla un po' più gradevole, anche solo per qualche attimo, perchè no. A parte questo tu, ragazzo, mi stai diventando grande a vista d'occhio. "Io la pipì la so fare anche in piedi" hai comunicato con molto orgoglio oggi a nonna che ti aveva già preparato il riduttore dell'Ikea per farla seduto sulla tazza. Ed è un bel traguardo. E' un nostro vantaggio indiscutibile sulle donne anche se alla fine ti rendi conto che serve a pochino salvo qualche gara a chi la fa più lontano.
"Nonno mi porti fuori a vedere come sono cresciute le piante?" . Dai. Il rosmarino da strofinare e poi annusare le mani. Il pesco con i frutti che sono già grandi come noci. La rosa con il bocciolino piccolo piccolo, vicino quello già più maturo e poco più giù il fiore sbocciato. "Senti che profumo!" Poi ancora il gelsomino e il soffione che il nonno ti insegna a spettinare. "Adesso basta piante. Lo sai che qui c'è una Passat? Te la faccio vedere". "Non ci credo. La Passat è una macchina per gente importante". "Ma il mio papà è importante". Mi trattieni la mano quando faccio per attraversare il vialetto. "Nonno. Arriva un signore in macchina!". Sarai il bastone della mia vecchiaia.
















martedì 12 aprile 2016

A NASO. Ricordo un libro "per nonni" che mi regalarono in quel Natale quando tua madre aveva un pancione così. C'era scritto che una delle cose che il nonno può fare per intrattenere il nipotino è mostrargli come lui fa giardinaggio, attività che, ti dirò, ho abbandonato da tempo.Rubando a nonna Gabri il "suo" capitolo già due anni fa ti insegnai invece a fare le tagliatelle. Ora, però, il destino sembra aver riaperto per me quel manuale. Sei stato tu, qualche giorno fa, a portarmi in giardino per farti dire il nome di ogni pianta. E questa? "La gardenia". E questa? "l'ortensia". E questa? "la bouganville, attento che punge". E questa? "La pianta grassa. Per vedere i fiori bisogna avere fortuna perché durano poche ore" E questa? "Il gelsomino, fra qualche settimana sentirai che profumo" . Perché qui si apre tutto il capitolo che per un nonno olfattivo come il tuo è il preferito. "Vieni, Vale. Vieni a annusare i profumi di queste piante. Senti il rosmarino" "Buooono" "Annusa la menta, e la salvia". "Buoooone". Ti offro due foglie di basilico, ti invito a strofinarle fra le dita "e questo che odore è?". "Di pasta!". Sei un genio. Tutto tuo nonno.

martedì 8 marzo 2016

"Nonna! Ma tu sei la mamma della mia mamma?". La luce ti si è accesa all'improvviso quando hai sentito tua madre chiamare "mamma" nonna Gabri. E quante lampadine verranno a illuminare il tuo futuro, a confermare cose che dentro di te sospettavi già o a rivelare circostanze che non ti avevano nemmeno mai sfiorato. Inutile aggiungere, da parte di nonno prezzemolo, 'e io sono il papà della mamma'. In quel momento non te ne poteva fregà dde meno. Il centro della tua vita oggi è la mamma alla quale, ogni tanto, riesci a strappare qualche pomeriggio supplementare tutto per te. E' una mamma impegnata la tua, una donna che non rinuncia al suo progetto lavorativo nel campo della ricerca scientifica benché oggi nel lavoro sia tutto terribilmente difficile per tutti, a cominciare dalle donne che, ancora più tardi di noi maschi, riescono a assicurarsi una stabilità professionale. Questo lo devi capire e la dovrai assecondare, piccolino mio, quando qualche giorno in cui sarai più triste del solito non potrà restare con te, quando qualche volta partirà  lasciandoti solo con papà. Noi uomini a volte sappiamo essere molto egoisti, pretenderemmo che le nostre donne, mamme, mogli, figlie ci mettessero in cima ai loro impegni. L'importante, Vale, è essere in cima ai loro pensieri, al loro amore, e tanto più lo saremo quanto più loro saranno realizzate come individui. Te lo voglio dire oggi che è l'otto di marzo. Presto saprai che cosa significa questa data anche se vorrei che presto diventasse una ricorrenza inutile.

martedì 23 febbraio 2016

Che pioggia di regali! Di tutto: macchine, pattini, palle, film, scatole di Lego di ogni tipo, la cerata e la felpa di Star Wars dei nonni. Che poi, come tutti i capi d'abbigliamento, è quella che meno ti ha coinvolto. Per non deluderci l'hai indossata subito per farci  vedere quanto stavi bene ma alla domanda, a tradimento, "avresti preferito un giocattolo?" la risposta, senza esitazioni, è stata "si". E' stata una bella e grande festa, come usa di questi tempi, in una scuola affittata allo scopo assieme a animatori e catering. Anche io, più o meno alla tua età, avevo una scuola intera a disposizione, ma la cosa era un po' diversa. Parlo di sessant'anni fa quando tutto era un po' più semplice e la mia mamma, segretaria di "Ragioneria" ci portava tutti a scuola da lei, dii pomeriggio, naturalmente, coinvolgendo colleghi e bidelli in una festa del tutto privata. Come quella volta che organizzò una caccia al tesoro in tutte le aule con biglietti, indovinelli e premi nascosti tra banchi e lavagne. Oggi la arresterebbero e manderebbero i bambini in affido ma penso di poterlo raccontare. Il reato è prescritto.

martedì 16 febbraio 2016


E SIAMO A QUATTRO. Tanti auguri vecchio mio. Finalmente cominciamo a fare dei ragionamenti anche al telefono e adesso che riusciamo a vederci meno che in passato questo è un bel passo avanti. Mica delle chiacchieratone, eh... Tua madre alla tua età era più prodiga di confidenze con sua nonna, lei sì che già sapeva chiamare anche se l'uso del telefono era terribilmente più complicato. Tu un "Ciao Nonno!", però squillante, e nel caso qualche precisazione come stamattina quando al mio "Tanti auguri a te...." prontamente hai puntualizzato "Ma quello è per la torta". Capisco.
Canzoncine a parte quello che ti auguro è di sapere crescere spontaneo e diretto come lo sei oggi. "Vale! Quale macchinina mi regali?" ti chiesi mentre me ne stavi mostrando orgoglioso un paio. "Ma nonno. I giocattoli non si possono regalare!". Lavorando di fino ero poi quasi riuscito a convincerti salvo riprenderti all'ultimo e rilanciare con un "Quand'è il tuo compleanno?". Oggi intanto è il tuo. Goditelo con i tuoi compagni di asilo, con tuo fratello e con i tuoi genitori e poi sabato replicheremo alla grande con una festa da manuale. Top secret  il regalo dei nonni. Intanto mi piace vederti sfoggiare con felicità il cappellino delle Tartarughe Ninja. Finalmente qualche eroe positivo dopo tutte quelle porcheriole che riesci a trovare sull'Apple Store. "Nonno, giochiamo al rubbamacchine?"  Te possino...




venerdì 1 gennaio 2016




"Sai nonna come si chiama la casa di Sara? Capodanno!" Nella fame di
nuove parole e concetti questo è ciò che hai sintetizzato questa mattina al telefono sulla tua fine d'anno da amici. Amici "tuoi", non a rimorchio in feste che non ti riguardano, e questo è molto bello anche perché per Sara, a quanto mi risulta, hai un occhio di riguardo. Mica so molto di più, eh... Comunque, caro il mio Vale, da oggi affrontiamo un altro anno, il quarto della tua vita, il secondo  bisestile, quello che cade ogni quattro portando con se il 29 di febbraio e che si dice sia accompagnato da disordini e talvolta disgrazie. Un elemento che tu e io abbiamo in comune: tu nato 13 giorni prima di un 29 febbraio e io dieci giorni dopo. Quindi l'anno dei geni, diremmo noi! E ci sono voluti quattro anni per cominciare a fare le prime chiacchierate al telefono. Non è che ci capisca proprio tutto di quello che mi dici ma intanto mi riempie il cuore il fatto che con questo nonno ci parli volentieri. Che l'affetto e il bene che ti voglio sono ricambiati. Questi sono giorni di Natale, giorni di regali, e ciò che apprezzo di te è la gioia con cui li ricevi e, allo stesso tempo, l'autocontrollo con cui sai aspettarli. Roba da uomini coi nervi saldi!