domenica 28 aprile 2013

AUTORITA'. Adesso ti rivelo una cosa che quando tua madre la leggerà rosicherà da morire. Lei che come tutte le mamme ripete inutilmente  no-No-NO!!!  a te che, come tutti i bambini, continui a fare, toccare, arrampicarti come se nulla fosse. Oggi, mentre solo io ti stavo guardando, sei praticamente entrato tutto in un mobiletto per agguantare la lampada a gas sempre pronta  in caso di black out.  La sfiori. Ti basta un mio solo NO a bloccarti. Ti giri, mi guardi con un sorriso da fetentone, apri le manine come a dire "non lo faccio più" e torni da tua madre a farti dire no-No-NO!!!. Tuo nonno orgoglione.

domenica 21 aprile 2013

BAMBINO VERGOGNOSO. Avevo deciso di non scriverti più! Così impari a schifarmi... :-) Ogni volta che ti prendo in braccio lì a respingermi con le manine. E se mi avvicino mentre sei in braccio alla mamma nascondi la testa sull'altra spalla. E io arrivo di là e tu torni di qua. E torno anch'io. E via così fino a che mi fai un sorrisone, mi prendi gli occhiali e mi infili la stanghetta in un occhio. Poi li recupero tutti spalpucciati, ma ti perdono. Ti perdono perché ancora ti illudi di cancellare ciò che vedi semplicemente chiudendo gli occhi. E perché improvvisamente mi ricordo quanto anche io fossi vergognoso e attaccato alla gonna della Lea. Che poi tua madre la gonna non ce l'ha e i jeans si acchiappano anche meglio.

Pensa Vale che io ero così timido che quando mi lasciavano con una persona che non appartenesse al cerchio magico della nostra famiglia (oggi si dice così) restavo paralizzato. Restavo in un angolo con un giocattolo e lì restavo inchiodato. Non avevo nemmeno il coraggio di dire che dovevo fare i miei bisogni e a volte puoi immaginare come finiva. Alla scuola materna durai un paio di settimane poi dovettero ritirarmi. A parte che gli asili degli anni cinquanta te li raccomando. In colonia, perché all'epoca c'erano ancora i soggiorni estivi per i figli dei dipendenti, dovettero venirmi a prendere dopo pochi giorni. Timidissimo. E anche rompiballe, Come te! "Ma come? Uno  che parla tranquillamente a centinaia di migliaia di persone e sembra anche divertirsi?". Ti confido una cosa Vale, ma tienila per te. Ancora oggi posso parlare a milioni di persone, per ore, purché non le veda. Alzando gli occhi devo vedere solo poche, pochissime, facce amiche e attente. Ancora oggi mi ritrovo il cuore in gola se devo parlare a una sala di dieci-venti persone. In questi casi facilmente perdo il filo. E' per questo che declino ogni volta che posso inviti a parlare in pubblico o, peggio che mai, in qualche aula scolastica.

lunedì 1 aprile 2013



MA CHE STAI A DI? Va bene che è la tua primissima parola ma il cibo si chiama "pappa", non "mamma". Non ci volevo credere: vedi la forchetta con le pennette al ragù pronte a partire in direzione della tua bocca e, prima di spalancarla, dici "mam-ma"! Bah... tuo nonno guardava i semafori e diceva "nave" ma quello è un  altro film.