domenica 16 settembre 2012


COMPLEMESE. Siamo a sette, bimbo mio. Quando si è piccoli così l'età si conta a mesi e sette è già un bell'andare. Per tua madre che ricomincia a condurre una vita quasi normale. E per te che cominci a staccarti dal cordone, quello emozionale, non meno forte di quello vero, ombelicale, e a trascorrere buona parte delle ore del giorno con Ilaria, la tata che d'ora in poi si occupa di te quando mamma è in laboratorio. E' giovane, affettuosa, ha spupazzato altri patatoni mocciosi prima di te e abita a due passi. Ci piace e ti piace. E a me piace pensare che, a differenza di tuo nonno, non sarai un bambino appiccicato alla gonna di mamma fino a che non andrai a scuola. E dai! Sono vecchio! Ma la mia mamma la gonna la portava ancora, quelle gonne un po' lunghe, così elegantemente anni cinquanta... quando saremo soli te la canterò. Giuro. Però non ci deve sentire nessun altro perché il nonno è stonato. Sette mesi significa anche, almeno spero, che si avvicina il giorno, il week end in cui i tuoi si toglieranno finalmente dai piedi e ti porteranno qui. Il lettino c'è. E' richiudibile e io e tua nonna ci stiamo allenando. Una trappola infernale per chi lo apre e lo chiude visti i raffinati meccanismi di sicurezza. Meritavamo un filmino che avrei messo su You Tube, oggi, quando lo abbiamo richiuso. Uno ripiegato su se stesso a centottanta gradi per girare una manopola a livello pavimento superando allo stesso tempo la sponda alta mezzo metro. L'altro a cercare quattro bottoni al centro di ogni sponda da pigiare contemporaneamente con due mani ma senza potersi aiutare con i piedi. Ma per te si fa questo ed altro.

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