domenica 2 giugno 2013

ILARIA SARA' CONTENTA: tra tutti i giochi scegli le macchinine. Un bimbo che preferisce i giochi da maschio, alla faccia di tua madre, della sua sindrome da Lady Oscar e di quella sciroccata di tua nonna che non controlla e ti compra i regali rosa. Ilaria, la tata, era preoccupata quando ti vedeva spazzare per terra col mocio e non so se più per paura che prendessi abitudini femminili o di rimanere lei senza lavoro... Ottimo Vale! Vai avanti così a guidare il camioncino. Quando imparerai a parcheggiare in retromarcia comincerò a mettere da parte i risparmi per regalarti la Ferrari alla Festa di Laurea. Ricordalo a chi ci sarà se nel frattempo dovessi non esserci più. Intanto non mi preoccuperei più di tanto nemmeno se ti vedessi con in mano una Barbie. Tuo nonno non ha mai avuto un'arma giocattolo e non ha mai potuto giocare alla guerra che negli anni cinquanta andava ancora per la maggiore nei cortili di Carpi. I maschietti più fortunati avevano i fucili in miniatura e le pistole, se no andavano bene anche le scope modificate. Tuo nonno no. La guerra, quella vera, quella dei lutti e del dolore, era finita da soli dieci anni. La Lea non tollerava che suo figlio potesse sparare. Nemmeno per gioco. E poco importava se l'alternativa era giocare con le bambine. Ed è così che ti sei ritrovato un nonno antimilitarista. Che ancora oggi non sa se è più importante un colonnello o un capitano. E che ha sempre un po' di paura quando sul display del telefonino appare la chiamata del Generale.

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