lunedì 30 settembre 2013

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BELLO. C'è un solo aggettivo per definirti. Sei bello da metter soggezione. Mi ricordo improvvisamente di 36 anni fa, quando nonna Gabri aspettava mamma e Milly, fascinosa soubrette anni trenta, capace di far perdere la testa a un Re e a una grande scrittore come Cesare Pavese, le accarezzò la pancia. "Che cosa desideri per lui?". "Che sia sano" rispose senza esitare la nonna-in-salopette di fronte all'attrice brechtiana. E lei, ricordando i suoi tempi che furono "Ti auguro che sia anche bello. Facilita molto". E' vero, bimbo mio. E tu, come tua madre, lo sei. Armonico, grande, sorridente e accogliente. Non come tuo nonno, un piccolo ET alla tua età, con una fronte immensa su una testa fuori misura, due stuzzicadenti per braccia e in fondo dieci dita lunghissime. Un bambino sgraziato, un adolescente fuori dai giochi sportivi dei coetanei, un ragazzo che le ragazze non consideravano costretto a inventarsi un qualcosa di speciale per fare colpo. Le interviste ai cantanti e una radio che le trasmetteva. A diciassette anni. E la nonna abboccò. E' ancora qui. Come sai.

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