venerdì 8 novembre 2013


FACCIA DA LIGERA. Si diceva così, negli anni sessanta delle facce da impunito. Il "ligera", a Milano, era il malavitoso di piccolo calibro, simpatico, non particolarmente pericoloso, che se la cava sempre. Proprio come te che qui esci da un pianto inconsolabile, una crisi di nervi, cioè una bella incazzatura. E' andata così. Come tutte le sere, verso le otto, arrivata la mamma, ti aspettavi che la nonna uscisse per tornarsene a casa e godervi la vostra intimità. Ciao ciao, bacio bacio, e la nonne se ne va. E invece, sorpresa, la nonna resta e entra il nonno con un bustone puzzolente colmo di cibo cinese. Che tu non lo sai ma l'Agne e nonno Ruggi vanno pazzi di involtini primavera, ravioli al vapore, spaghetti di soia e billa cinese. Un lampo. Se avessi potuto mi avresti cancellato con un raggio laser. Strilli a mille. Ma il nonno conosce più trucchi di te. Esce l'iPhome e entra in campo l'assistente vocale. "Perchè Valentino piange?" "Non capisco" "Valentino è disperato" "Vuoi che cerchi Valentino su internet?" Il resto lo vedi dalla foto. Sotto l'iPhone ci sei tu. Vale, visto come ci tratti ho deciso che ti porto via la nonna per una settimana. Ce ne andiamo un po' a zonzo. Verso nord. Magari ti mandiamo qualche foto.

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