domenica 9 marzo 2014

BIMBO BELLO, averti con noi nel giorno del mio compleanno è stato il regalo più gradito. Tu e nonna che mi svegliate con "Tanti auguri a te", nonna che mi tira le orecchie e tu che piangi, ti giri e non lo vuoi fare. Vale, ma non fa male! Mica me le dovevi tirare 62 volte!!! Poi il nonno è un uomo duro, coriaceo, ci vuole ben altro. Mica come voi pollastrelli d'allevamento... Dai, scherzo. Però è un dato di fatto che siete una generazione di individui cresciuti con una cura, un controllo, un'attenzione a risparmiarvi qualsiasi tipo di dolore, fisico e dell'anima, che noi non abbiamo mai sperimentato. Nonna con te è rinata, riesce a tirare fuori, da non so dove, un mare di energia che non ricordo in lei nemmeno a venticinque anni. Con te nonna è instancabile, si sede a terra, si rialza, si risiede e ti rincorre gattoni. Uno spettacolo. Certo non ci riesco io. Mamma, come del resto io alla sua età, veniva spesso lasciata a giocare da sola, a inventarsi passatempi. Io, bambino degli anni 50, prima che arrivasse la TV, con qualche cerchio da infilare e qualche cubo da incastrare. Lei davanti al televisore in bianco e nero a fare le spaccate e le capriole come Heather Parisi in disco-disco-dove-io-sono-veramente-io... Tu, invece, nemmeno la Peppa Pig guardi da solo. Hai sempre un adulto che vigila, ti stimola e risponde ai tuoi desideri. Un grande che se piangi vola da te, che se esci ti tiene per mano, che se dormi ti guarda dormire. Meglio che non ci lascino da soli io e te . Rischieremmo di finire come con mio padre quando, durante le passeggiate in montagna, mi teneva fermo per i piedi mente io mi allungavo, testa in giù, a prendere qualche stella alpina, o quando su quelle altalene da spiaggia fatte di due lunghissime funi e una tavola mi spingeva, spingeva, fino quasi a farmi fare il giro e poi io mi lanciavo in un lunghissimo salto sulla sabbia. Oggi non solo quel tipo di altalene lì sono vietate ma se ci vedono raccogliere una stella alpina finiamo tutti e due in gaglioffa. Ci limiteremo a sognarlo. Io, come ogni nonno brontolone, ti racconterò queste e altre storie di un altro millennio, come quando in campagna dai nonni, con mia cugina Luisa, ci lanciavamo dal primo piano sul fienile di sotto,  e tu, guardandomi con la compiacenza che si riserva a un anziano, perché sei, e resterai, un bambino educato, mi chiederai di raccontartene altre.

1 commento:

  1. I suoi post, che si destreggiano con notevole leggerezza tra storia, educazione e gioco, sono davvero commoventi caro Ruggero. Valentino ha di che essere orgoglioso di un nonno che ha tanto da raccontare ed insegnare.

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