domenica 30 marzo 2014

IL  DESTINO NEL NOME. Ormai è evidente: sarai un attore, come Rodolfo Valentino. Ti basta vedere un obiettivo e sei naturalmente in posa. Guarda qui. Questi quattro scatti li abbiamo fatti tra ieri e oggi. A volte fingi indifferenza, ma sai di essere sotto l'occhio dell'obiettivo e ti piace. Tutto tuo nonno. Niente di tua madre e tua nonna che, in queste situazioni, si congelano in espressioni  improponibili da sogliola alla mugnaia. E' stato un week end bellissimo, amore mio, e non solo perché mi fai sentire un grande fotografo. In venti giorni, dall'ultima volta che ci siamo visti, ti sei trasformato. Parli parli parli e ancora parli, e ascolti. Dici meno "no" e cominci a concentrarti sui giochi che fai. C'è meno bisogno di rincorrerti, di un adulto a tua completa disposizione. Mi piace osservarti da lontano, spiarti, immaginare il procedere logico dei tuoi ragionamenti, lasciarti l'impressione di essere solo, padrone dei tuoi momenti. Anche perché dev'essere uno stress non da poco avere sempre un grande che ti stimola, che mentre fai una cosa te ne propone subito un'altra. Attento che cadi, no così ti fai male, aspetta che ti aiuto, eccheppalle!!! Oggi, dopo che ti ho guardato giocare per una decina di minuti in giardino con le automobiline, e lasciando che scoprissi da solo come farle correre tra le piastrelle scoscese, mi hai preso la mano e mi hai detto "Gnogno, téno". Il gnogno, che è vecchio ma non del tutto, ha capito subito che volevi andare alla "stazione". Siamo saliti, ti ho lasciato fare le scale da solo, senza che nessuno te lo mostrasse ti sei aggrappato al corrimano, ed è cominciata la scalata. Lo stesso a scendere. Sei un campione. E io il tuo primo fan.

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