giovedì 13 dicembre 2018

Valentino e il comune senso del pudore.

Mercoledì sera al pub, come due anziani signori inglesi. Per ingannare l'attesa i nonni si sono già ammazzati di birra, onion ring e noccioline. Entra Valentino imbacuccato. Baci ai nonni. Mamma segue a ruota. "Dillo anche ai nonni, Vale, com'era la mostra che avete visitato oggi con la scuola a Trastevere". "Nonno - Vale si avvicina abbassando la voce - Mi chiedo con quale coraggio...". Nonno abbandona i salatini "Coraggio per fare che cosa, Vale?". "No, guarda nonno, un museo di professionisti eh... ma mi chiedo con quale coraggio!". "Vale, coraggio di che?". "C'era una donna tutta nuda, NU-DA!". "Nuda? ma nuda come? Di spalle? Si vedeva il culetto?" "Nooooo!" "Le sise, allora?" Vale non ce la fa più a stare serio "Sì!!! ma con quale coraggio?!?" "E la patatina anche?" "Siii". "Ma coraggio per fare che cosa?" "Nonno, quelli sono professionisti, eh, ma se l'avessi fatto io magari avrei dipinto un signore e le mutandine, le scarpe e i pantaloni ce li mettevo...".
Ecco qui. Valentino la prima volta a contatto col nudo artistico, portato dalla scuola alla mostra sugli Impressionisti Francesi (non "professionisti", a proposito) esposti all'ex Palazzo degli Esami di via Induno.
Posso dire che il turbamento dei sensi davanti al dipinto di una ragazza nuda da un bambino di oggi non me lo sarei mai e poi mai aspettato? Scoprire che nulla è cambiato da quando ero bambino io, sessant'anni fa, è quanto meno sorprendente. E' bello. La prova insperata che l'invasione di nudi in TV, in rete e sui giornali nulla può contro il potere magico dell'arte. L'unica differenza fra noi due è che io con gli adulti non ne parlavo. Lui sì.
Valentino, non smettere mai di stupirti. Mai.

Nessun commento:

Posta un commento