venerdì 22 giugno 2012

SEI UN MOSTRO. Avresti potuto sfidarmi sui campi più disparati, metterti a strillare quando ti prendo in braccio, dimenarti quando mi avvicino troppo con la barba scura, piangere se ti cullo maldestramente o, che ne so, per colpa degli occhiali. Ma NON PUOI rabbuiarti, distogliere lo sguardo, fare le smorfie e poi urlare quando senti la mia voce. Che è la più bella d'Italia, come da foto. :-) Quando tua madre me lo diceva non le volevo credere. Poi mi sono voluto illudere che accadesse solo quando facevo la voce dell'orco "Chi è questo bambino che me lo mangio?" (scusa ma i nonni sono tutti un po' scemi di natura). Poi mi sono detto, una volta che parlavo normale, "lo avrò spaventato perchè si stava appisolando e forse ho parlato un po' forte". E invece tutte le mie certezze sono crollate ieri sera, a passeggio per Centocelle, quando tua madre si è fermata a comrpare la frutta e noi siamo rimasti davanti al negozio. Prima, senza fiatare, ti ho preso le manine e mi stringevi forte gli indici sorridendo. Poi, sempre muto, ho preso i piedini e abbiamo cominciato a fare la bicicletta. Eri felicissimo. Facevi anche i "galletti". E' bastato che, trionfante dicessi a tua madre "Ce la sto facendo!!!" che è ricominciata la solfa. Il vecchio fruttivendolo padre, ottant'anni, seduto fuori ha visto tutto. Capito niente. Mi fa: non si preoccupi, tanto quando diventa più grande si affeziona perchè i nonni gliele danno tutte vinte! Così non vale, però.

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