domenica 27 gennaio 2013

IL BAMBINO A MOLLA. "Mamma, io a quanti mesi e quanti giorni ho incominciato a camminare?". Vale, deciditi, perché l'attesa ci distrugge. Dato ormai per assodato che quella parola, "cane", che io e Ljuba abbiamo sentito pronunciare dalle tue labbra il giorno di Natale, probabilmente non era una parola ma un chissà-che-cosa, quello che ora aspettiamo, pronti per l'applausone, è il primo passo. La nonna dice che l'altro giorno, mentre eravate tu e lei con te che le stringevi due dita con le manine, ne hai fatti tre di passi. Ma vorrei proprio vedere che a lei omologassero questa performance mentre io resto il visionario che ogni volta che ripeto l'episodio del cane tuo padre mi dice  "eccerto... con me ha detto metempsicosi". Tornando al primo passo tua madre lo fece alla festa del suo primo compleanno attraversando la stanza tutto d'un fiato. 


Se hai preso da lei il 16 è vicino. Intanto c'è da dire che gattoni come un micio. Sei un bambino a molla. Ti tengo sulle ginocchia, un po' mi sorridi, un po' mi fai "cara" e intanto qualcuno gira la chiavetta che devi avere da una qualche parte sulla schiena. Poi ti divincoli, fai capire che vuoi essere messo a terra e appena tocchi il pavimento parti come un razzo. Se non sei tu che ti butti addosso a Lula è lei che si butta addosso a te. Ogni sera bagno e cambio vestiti totale. Per una strana legge della fisica non è lei che profuma di bimbo ma sei tu che puzzi di cane.

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