24
febbraio – ore 18
Ragazzo
mio. Questa mattina, finalmente, l'incontro. Non è stato un vero
“faccia a faccia”, tua madre è ancora troppo presa da te per
mollarti un attimo, ma ci siamo visti da vicino. Non so se tu hai
visto me ma mi ero preparato per l'occasione. Vestito “da
onorevole”, nel senso che ero vestito come quando ospito in
trasmissione un “personaggio”. Che cosa vuoi di più? Il nonno,
nell'eventualità che tu lo scorgessi, è arrivato in abito gessato,
camicia rigata indossata oggi per la prima volta, cravatta blu. Sei
un ragnetto. Meno ragnetto, però, di tanti altri neonati. La testa è
già bella tonda, alla Charlie Brown. Le smorfie che fai con le
labbra bianche di latte, quando abbandoni un
attimo la tetta, sono un incanto. Solo dopo averti riposto nella
carrozzina tua madre mi ha concesso un primo contatto a distanza. “Me
lo fai girare un po' nella stanza per farlo addormentare mentre io
riordino la casa?”. Ho eseguito felice spiando le tue espressioni,
ma anziché dormire eri tu che, di sottecchi, spiavi me. Per dormire c'è tempo.
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