domenica 4 marzo 2012


4 marzo 2012

Chissà, chissà domani, su che cosa metteremo le mani...” Ce lo chiedevamo trent'anni fa, cantando negli stadi, con Lucio Dalla, “Futura”. Me lo chiedevo guardando tua madre bambina, mentre la addormentavo, seduto sul pavimento accanto al suo letto. Erano gli anni dei russi e degli americani, dei missili a testata atomica incrociati, della certezza che se qualcuno li aveva costruiti prima o poi li avrebbe usati. In Italia erano gli anni del terrorismo, dei rapimenti e degli omicidi politici, della paura di andare al ristorante la sera. Poi a Berlino il Muro è caduto, i regimi comunisti con lui, l'America ha trovato altri nemici, internet ci ha catapultati in un'altra dimensione. Agnese è diventata donna e proprio quando le preoccupazioni sulle incognite del suo futuro si diradano eccoti qui. “E chissà come sarà lui domani, su quali strade camminerà, cosa avrà nelle sue mani...” Era ancora Lucio Dalla, nel giorno in cui a Bologna gli davano l'ultimo saluto, che mi tornava in mente, oggi, guardando la tua faccia, immacolata come un libro tutto da scrivere.

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